Apr 12, 2009
ON THE BUS AGAIN / ANCORA IN PULLMAN
Moving from Lisbon to Manilva (Gibraltar area), Saturday 11th and Sunday 12th. Pay attention to the timetable.
11 AM: one of the couch surfers saying goodbye wished me good luck, asking right after that if I was superstitious. “Absolutely not” was my answer, but since that moment I knew bad luck was in the air.
9 PM: the bus left Lisbon Oriente Station with a 15 minutes delay.
9:10 PM: the bus made the first stop to pick up other passengers and the driver announced a 5 minutes pause, obviously to let incontinent and nicotine addicted people have the relief they had already been so long waiting for. Rent a car.
10 PM: while struggling to find the less worse position to fall asleep, I started spotting out the main characters of the trip: right in front of me 2 members of the Spanish girlband Las Ketchup and in front of them one of the Gipsy Kings with most probably one of his groupies. I swore to myself to start a riot at the first possible hint to “Asereje” or “Djobi Djoba”. And a war in case of a collabo.
10:01 PM: the bus left the highway and started going through narrow town streets. I started wondering if the driver had forgotten his handkerchief home.
10:04 PM: I realized the bus was going that direction to pick up some other passengers. To avoid travelling with somebody annoying next to me, I started playing the “dead dog”: laying on the 2 seats pretending to be asleep, with my hood on and my hands almost covering my face. Eyes slightly open to stand up immediately in case some sort of Gisele Bundchen might come around looking for a seat. The “dead dog” always works.
11:04 PM: after 59 minutes looking for the less worse position to really fall asleep -playing some sort of Tetris game with the 2 conquered seats- and one minute of sleep, the bus stopped and lights turned on. Neither the time to pronounce a “Whaddaf***?!” and I realised it was the second stop to let incontinent and nicotine addicted people have the relief they had been so long waiting for. Take some Yoga classes.
11:35 PM: everybody back on the bus and I spotted out a new interesting character, sitting behind me but never seen before. Barely visible, a dark in the darkness, and due to that immediately named “Shadow man”. I still doubt he was there since the beginning.
Until 4:45 AM: falling asleep and waking up, falling asleep and waking up, falling asleep and waking up. Then I got the news we were about to reach Seville far earlier than expected, and that meant I was going to freeze waiting for the next bus to Algeciras far more than expected.
5:15 AM: dropped at the station, bus to Algeciras scheduled to leave at 8 AM. I needed to go to the toilet but I got in and in a second I was already out: all over it seemed like a mine field, but those mines were not made of metal and gunpowder.
7:14 AM: after taking my time to look for a tree and have a tea then, my bus opened its doors and I got in to avoid freezing.
7:15 AM: f-o-u-r-t-y minutes earlier than what I was told, the bus left to Algeciras. Whaddaf*** could have happened if that tree was not so close to the station?
9:55 AM: ticket for the third bus, to Estepona.
11:20 AM: I finally met Diego, my host, and we went to his house in front of the beach in Manilva (see foto) where we had a great Eastern together with his friends and neighbours.
The Gibraltar area, the most southern point of my travel. Here I am and that’s great.
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Trasferimento da Lisbona a Gibilterra, fra sabato 11 e domenica 12 aprile. Fate attenzione agli orari.
Ore 11. Una del gruppo dei couch surfer mi augura buona fortuna per il viaggio, chiedendomi immediatamente dopo se io sia superstizioso. “Assolutamente no” la mia risposta, consapevole che a causa del suo augurio la sfiga sarebbe stata nell’aria.
Ore 21. L’autobus parte da Lisbona con già un quarto d’ora di ritardo.
Ore 21:10. Il bus si ferma per far salire altri passeggeri e l’autista annuncia 5 minuti di sosta, chiaramente per permettere a incontinenti e nicotinomani di avere il tanto agognato momento di sollievo. Noleggiatevi una macchina.
Ore 22: mentre cerco affannosamente una posizione comoda per dormire, do un’occhiata ai personaggi principali del viaggio: davanti a me due delle Las Ketchup e immediatamente dopo uno dei Gipsy Kings con quella che presumo sia una delle sue groupie. Giuro a me stesso di far scoppiare un tafferuglio al primo eventuale accenno di “Asereje” o “Djobi Djoba”. Guerra aperta in caso di una collaborazione tra i due gruppi.
Ore 22:01. Il bus esce dall’autostrada e sia addentra in stradine di paese. Mi chiedo se l’autista abbia lasciato a casa il fazzoletto.
Ore 22:04. Realizzo che il bus sta facendo queste strade per far salire altri passeggeri. Per evitare di viaggiare con qualcuno a rompere di fianco comincio a fare il “cane morto”: sdraiato occupando 2 sedili e fingendo di dormire, con le mani a coprirmi quasi interamente la faccia ma gli occhi leggerissimamente aperti per essere pronto a scattare su in caso una specie di Gisele Bundchen arrivi in zona alla ricerca di un posto. E il “cane morto” funziona sempre.
23:04. Dopo 59 minuti alla ricerca della posizione meno peggiore per dormire davvero –in una specie di Tetris coi due posti conquistati- e 1 minuto effettivo di sonno, il bus si ferma e le luci si accendono. Nemmeno il tempo di dire “Machecc****?!” e capisco che è la seconda pausa per permettere a incontinenti e nicotinomani di avere il tanto agognato momento di sollievo. Fatevi un corso di yoga.
23:35. Tutti di nuovo sul pullman e noto anche un nuovo personaggio, che siede dietro me ma che non avevo ancora notato. Appena appena visibile, uno scuro nell’oscurità e in relazione a ciò subito ribattezzato “l’uomo ombra”. Mi rimane il dubbio che non fosse lì dall’inizio.
Fino alle 4:45. Mi addormento e mi sveglio, mi addormento e mi sveglio, mi addormento e mi sveglio. Poi mi arriva la notizia che raggiungeremo Siviglia ben prima del previsto, e ciò significa che congelerò molto più del previsto in attesa del bus per Algeciras.
5:15. Sbarcato alla stazione col bus per Algeciras in partenza alle 8. Faccio per andare in bagno ma ci esco in un secondo, che sembra tutto un campo minato ma le mine in questione non sono fatte di metallo ed esplosivo.
7:14. Dopo aver cercato un albero e bevuto un tè con tutta la calma del mondo, il pullman apre le porte e io salgo per evitare il congelamento.
7:15. Q-u-a-r-a-n-t-a minuti prima di quanto mi era stato detto, ecco che parte il bus per Algeciras. Machecc**** sarebbe successo se quell’albero non fosse stato così vicino alla stazione?
9:55. Terzo biglietto, bus per Estepona.
11:20. Finalmente incontro Diego, dal quale sono ospitato. Ci si muove verso casa sua, di fronte alla spiaggia a Manilva (vedi foto), per passare un’ottima Pasqua assieme ai suoi amici e vicini di casa.
Gibilterra e limitrofi, il punto più a sud del mio viaggio. Ci sono ed è una gran bella sensazione. .
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