It’s 5:30 PM and I have just the time to publish this entry, then I gotta go to the station to take the bus to Montpellier, France.
Today I started my flash visit through Valencia at midday, as usual walking randomly after taking a look at the map to spot the main direction: Barrio del Carmen, City of Arts and Science, harbour, beach. Everything was ok.
Then, since a storm was coming and I had already walked for a lot of time, I decided to go back to the hostel to have a little bit of time to rest before leaving, and the fastest way to go was west, straight west.
Two blocks after the beach I saw I was going into a rough part of the city, with old houses etc., but I was actually happy because I like taking photos in such environments. But the more I walked, the rougher got the zone, until the moment I realised I was in the middle of the gipsy area. Street after street people discussing, then quarrelling (“I told you I didn’t wanna see you around here anymore, this is MY street!”), then almost fighting. I was expecting to hear some gunshots as in the meantime I was telling myself that in one block it should all have been over, since that was the way to the city centre. But a couple of blocks later it still wasn’t over, and even though my postal code is not the 90210 of Beverly Hills, I started feeling on sight like every alone and not-gipsy face could have felt in such a situation. The antidote: since I thought it could have been too cool but too dangerous, I put my camera in my pocket, then black shades on, bold face and straight ahead without stopping to have a look at the map, ‘cause I would have been like a public announcement: “I’m a lost tourist, alone and with camera, cellphone –please, not again- and Euros in my wallet: the easiest prey ever, rob me!”. A minute later, on the other side of the street a drug addicted holding a can with his 2-fingered right hand told me to stop with his other hand, and there I was cold-blooded outside, but ready to emulate Usain Bolt (Van Damme next time) in case of need.
Countdown: 3, 2, 1. Nothing, after making a couple of steps towards me, he went the other direction.
I walked more less 2 kilometres ahead, ate something in a safe zone and then got on the bus to the hostel. Now it’s time to eat something again and go to the station. Tomorrow I get to Montpellier at 6:30 AM and I’ll have to wait for my host until 9 PM.
Danger is my business.
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Sono le 17:30 e ho giusto il tempo di pubblicare questo post, dopodiché devo andare alla stazione per prendere il bus per Montpellier.
Oggi sono partito con la mia visita lampo per Valencia a mezzogiorno, come sempre camminando a caso dopo aver dato uno sguardo alla mappa per trovare la direzione principale da seguire: Barrio del Carmen, Città delle Arti e della Scienza, porto, spiaggia. Tutto ok.
Dopodiché, essendo in arrivo un temporale e avendo già camminato parecchio, ho deciso di incamminarmi per tornare all’ostello per avere un attimo di riposo pre-partenza e il modo più rapido per arrivarci era puntare a ovest, tutta dritta a ovest.
Due isolati dopo la spiaggia ho capito di essermi addentrato in un quartiere di quelli dismessi, con case vecchie ecc., ma ero pure contento di esserci finito perché fare foto in zone del genere è una cosa che mi piace. Ma più camminavo, peggiore diventava la zona, fino a quando ho realizzato di essere nel bel mezzo del quartiere gitano. Strada dopo strada gente che discuteva, poi che litigava (“Ti ho detto che non ti volevo più vedere qui intorno, questa è la MIA strada!”) e poi quasi che cominciava a darsele. Mi aspettavo di sentir partire qualche colpo di pistola da un momento all’altro mentre dicevo a me stesso che nel giro di un isolato sarei stato fuori, visto che dopotutto mi stavo muovendo verso il centro. Ma un paio di isolati dopo ancora c’ero dentro, e sebbene il CAP di casa mia non sia il 90210 di Beverly Hills, ho cominciato a sentirmi nel mirino come chiunque da solo e senza faccia da zingaro si sarebbe sentito. Antidoto: pensando che, sì, sarebbe stata una figata, ma anche una cosa di un certo rischio, la macchina fotografica l’ho messa via, dopodiché occhiali scuri su, faccia spavalda e “tira drizz” senza fermarmi a guardare la cartina, che sarebbe stato come fare un annuncio del tipo “Sono un turista smarrito, solo e con macchina fotografica, cellulare –per favore, ancora una volta no, eh…- e un tot di Euro nel portafoglio. Una preda facilissima: derubatemi!”. Un minuto dopo, dall’altra parte della strada un drogato che con le uniche due dita della mano destra teneva una lattina, con la mano buona mi ha fatto segno di fermarmi e qui io ero freddo fuori, ma dentro pronto ad emulare Usain Bolt in caso di necessità (Van Damme un’altra volta).
Conto alla rovescia: 3, 2, 1. Niente, dopo aver fatto qualche passo verso di me ha cambiato direzione.
Ho camminato più o meno 2 chilometri ancora, mangiando qualcosa in zona tranquilla e prendendo poi il bus per tornare all’ostello. Ora mangio qualcos’altro e vado in stazione. Domani a Montpellier arrivo alle 6:30 e dovrò aspettare fino alle 21 per la persona che mi ospiterà.
Il pericolo è il mio mestiere.
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Today I started my flash visit through Valencia at midday, as usual walking randomly after taking a look at the map to spot the main direction: Barrio del Carmen, City of Arts and Science, harbour, beach. Everything was ok.
Then, since a storm was coming and I had already walked for a lot of time, I decided to go back to the hostel to have a little bit of time to rest before leaving, and the fastest way to go was west, straight west.
Two blocks after the beach I saw I was going into a rough part of the city, with old houses etc., but I was actually happy because I like taking photos in such environments. But the more I walked, the rougher got the zone, until the moment I realised I was in the middle of the gipsy area. Street after street people discussing, then quarrelling (“I told you I didn’t wanna see you around here anymore, this is MY street!”), then almost fighting. I was expecting to hear some gunshots as in the meantime I was telling myself that in one block it should all have been over, since that was the way to the city centre. But a couple of blocks later it still wasn’t over, and even though my postal code is not the 90210 of Beverly Hills, I started feeling on sight like every alone and not-gipsy face could have felt in such a situation. The antidote: since I thought it could have been too cool but too dangerous, I put my camera in my pocket, then black shades on, bold face and straight ahead without stopping to have a look at the map, ‘cause I would have been like a public announcement: “I’m a lost tourist, alone and with camera, cellphone –please, not again- and Euros in my wallet: the easiest prey ever, rob me!”. A minute later, on the other side of the street a drug addicted holding a can with his 2-fingered right hand told me to stop with his other hand, and there I was cold-blooded outside, but ready to emulate Usain Bolt (Van Damme next time) in case of need.
Countdown: 3, 2, 1. Nothing, after making a couple of steps towards me, he went the other direction.
I walked more less 2 kilometres ahead, ate something in a safe zone and then got on the bus to the hostel. Now it’s time to eat something again and go to the station. Tomorrow I get to Montpellier at 6:30 AM and I’ll have to wait for my host until 9 PM.
Danger is my business.
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Sono le 17:30 e ho giusto il tempo di pubblicare questo post, dopodiché devo andare alla stazione per prendere il bus per Montpellier.
Oggi sono partito con la mia visita lampo per Valencia a mezzogiorno, come sempre camminando a caso dopo aver dato uno sguardo alla mappa per trovare la direzione principale da seguire: Barrio del Carmen, Città delle Arti e della Scienza, porto, spiaggia. Tutto ok.
Dopodiché, essendo in arrivo un temporale e avendo già camminato parecchio, ho deciso di incamminarmi per tornare all’ostello per avere un attimo di riposo pre-partenza e il modo più rapido per arrivarci era puntare a ovest, tutta dritta a ovest.
Due isolati dopo la spiaggia ho capito di essermi addentrato in un quartiere di quelli dismessi, con case vecchie ecc., ma ero pure contento di esserci finito perché fare foto in zone del genere è una cosa che mi piace. Ma più camminavo, peggiore diventava la zona, fino a quando ho realizzato di essere nel bel mezzo del quartiere gitano. Strada dopo strada gente che discuteva, poi che litigava (“Ti ho detto che non ti volevo più vedere qui intorno, questa è la MIA strada!”) e poi quasi che cominciava a darsele. Mi aspettavo di sentir partire qualche colpo di pistola da un momento all’altro mentre dicevo a me stesso che nel giro di un isolato sarei stato fuori, visto che dopotutto mi stavo muovendo verso il centro. Ma un paio di isolati dopo ancora c’ero dentro, e sebbene il CAP di casa mia non sia il 90210 di Beverly Hills, ho cominciato a sentirmi nel mirino come chiunque da solo e senza faccia da zingaro si sarebbe sentito. Antidoto: pensando che, sì, sarebbe stata una figata, ma anche una cosa di un certo rischio, la macchina fotografica l’ho messa via, dopodiché occhiali scuri su, faccia spavalda e “tira drizz” senza fermarmi a guardare la cartina, che sarebbe stato come fare un annuncio del tipo “Sono un turista smarrito, solo e con macchina fotografica, cellulare –per favore, ancora una volta no, eh…- e un tot di Euro nel portafoglio. Una preda facilissima: derubatemi!”. Un minuto dopo, dall’altra parte della strada un drogato che con le uniche due dita della mano destra teneva una lattina, con la mano buona mi ha fatto segno di fermarmi e qui io ero freddo fuori, ma dentro pronto ad emulare Usain Bolt in caso di necessità (Van Damme un’altra volta).
Conto alla rovescia: 3, 2, 1. Niente, dopo aver fatto qualche passo verso di me ha cambiato direzione.
Ho camminato più o meno 2 chilometri ancora, mangiando qualcosa in zona tranquilla e prendendo poi il bus per tornare all’ostello. Ora mangio qualcos’altro e vado in stazione. Domani a Montpellier arrivo alle 6:30 e dovrò aspettare fino alle 21 per la persona che mi ospiterà.
Il pericolo è il mio mestiere.
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in certe situazioni da te viste,ci starebbe anche un titolo tipo quello di una canzone dei Megadeth..."Killing is my business...and business is good"...
ReplyDeleteciao Matt!Keep on walkin'
see you in Petit Paris...
Occhi bene aperti non si sà mai.Al più sfodera le tue arti marziali
ReplyDeleteHai visto di peggio in Via Monnaret de Villard... ricordi il pazzo fuggito dall'ospedale psichiatrico?
ReplyDeleteAlessio